Gridare alla “censura” fa sempre scena, accende i riflettori, richiama l’attenzione della stampa e poco importa se la si chiede o la si denuncia.

È così che oggi il centro destra ha denunciato “censura” da parte della Giunta Castelletti per aver vietato, nei mesi scorsi, l’affissione dei manifesti Pro Vita a Brescia. Nell’occasione era stata proprio la Sindaca Castelletti, con un una nota, ad intervenire e spiegarne i motivi. Non era censura ma “una violazione del regolamento delle affissioni a Brescia in quanto incompatibile con l’interesse pubblico e con i principi costituzionali di imparzialità, proporzionalità e rispetto della dignità della persona sanciti dagli articoli 2, 3 e 97 della Costituzione, nonché con l’art. 1 della legge 241/1990 sul buon andamento e la trasparenza dell’azione amministrativa”.

Di diversa opinione il consigliere di Fratelli d’Italia, Carlo Andreoli, primo firmatario dell’interrogazione oggi in Consiglio Comunale.

QUANDO IL CENTRO DESTRA CHIESE DI CENSURARE I MANIFESTI PUBBLICITARI

Eppure, il 20 ottobre 2023, era stato il Consigliere di Fratelli d’Italia, Giovanni Posio, (stesso gruppo politico di Carlo Anderoli) a chiedere, di fatto, alla Giunta di “censurare” i manifesti pubblicitari di una nota Agenzia di Pompe Funebri che aveva da poco aperto la propria sede nella nostra città.

In un’interrogazione Giovanni Posio aveva chiesto alla Giunta se esistesse un sistema di valutazione preventiva da parte del Comune dei messaggi pubblicitari veicolati tramite il sistema comunale delle pubbliche affissioni; in caso di risposta affermativa, perché questa pubblicità sia stata autorizzata o, in caso di risposta negativa, come mai tale valutazione preventiva non avvenga e se sia intenzione del Comune di Brescia interdire l’ulteriore esposizione pubblicitaria testé descritta, poiché lesiva della morale e del sentimento religioso di moltissime persone.”

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE – QUI –

ANDREOLI E L’INTERVENTO DI POSIO IN CONSIGLIO COMUNALE IL 13.11.2023

dal canale YouTube del Comune di Brescia

Di fatto una richiesta di censura, la stessa censura che oggi i Consiglieri del centro destra in Loggia denunciano di subire da Palazzo Loggia