L’espressione è quella di chi ha avuto una grande delusione. È uno sguardo che lascia trasparire tutta l’amarezza per un epilogo non previsto e non prevedibile solo fino a qualche giorno fa.

Alessandro Mattinzoli è nella “sua” Sirmione con un telefono più bollente del sole sulla spiaggia. Accetta la sua prima intervista televisiva poche ore dopo aver annunciato all’agenzia Ansa il suo addio a Forza Italia, dopo oltre 25 anni di militanza nel partito di Silvio Berlusconi.

Una decisione che ha scatenato un vero e proprio putiferio. La prima accusa è di seguire Mariastella Gelmini e a ruota quella di aver comunicato alle agenzie il suo addio prima ancora del Partito e dei colleghi di partito.

Mattinzoli, partiamo dal fatto che sembra che lei abbia seguito Mariastella Gelmini…
“Detto così sarebbe un po’ riduttivo perché toglierebbe toglierebbe anche un po’ di autonomia alla mia scelta. Ho condiviso le motivazioni e il pensiero di Mariastella perché ritengo che in un momento così delicato per il Paese con una crisi idrica che per chi non conosce il tema lascerà risvolti anche più pesanti della crisi energetica, una pandemia ancora aggressiva nonostante il caldo che avrebbe dovuto debellare il virus, un conflitto bellico di cui ancora non si conoscono i confini futuri, penso che il paese avesse assolutamente bisogno di un Governo di stabilità di credibilità vero l’Europa. E in tanti, e Forza Italia in particolare, il Presidente Berlusconi aveva voluto Draghi, si era detto protagonista dell’arrivo di draghi al Governo, considerando che le elezioni sarebbero state come scadenza naturale in primavera, penso che per senso di responsabilità verso il Paese, per la gestione dei fondi del PNRR, l’esperienza di Governo avrebbe dovuto assolutamente proseguire. Avrebbe potuto anche cadere -aggiunge Mattinzoli – ma Forza Italia avrebbe dovuto essere attenta a fare dei distinguo” .

LA COALIZIONE DI CENTRO DESTRA

“Io sono sempre stato convinto che la forza della coalizione di centro destra, e lo è ancora, è quella di tre partiti che hanno obiettivi comuni ma hanno anche tante differenze, tante sensibilità e vocazioni diverse e Forza Italia in questo caso non l’ha fatta sentire la sua voce”

L’ANNUNCIO ALLA STAMPA PRIMA CHE AL PARTITO

“La prima persona che l’ha saputo è stato il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana . E si c’è un motivo per il quale non l’ho fatto. È stata una scelta ragionata non una scelta di cuore e sono certo che i tanti amici di Forza Italia avrebbero provato a convincermi a non farlo e conoscendomi sono certo che emotivamente magari ci sarebbero anche riusciti

Ma non c’è solo la caduta del Governo Draghi ma ci sono tanti segnali che vanno nella direzione di un’appiattimento della voce di Forza Italia verso la Lega e verso Fratelli d’Italia.

LE DELEGHE DI ASSESSORE NELLE MANI DEL PRESIDENTE FONTANA

“Ho dato la disponibilità delle mie deleghe al Presidente Fontana perché ritengo che la Giunta e il Presidente debbano essere tranquilli nell’esercitare gli ultimi mesi del mandato ed hanno tutta la mia stima” .

IL METODO DI PRENDERE DECISIONI

“È stata una decisione sofferta ma quando ci sono decisioni difficili da prendere, nella mia vita mi sono affidato ad un metodo: quando hai più da perdere che da guadagnare probabilmente la scelta è quella giusta, dal mio punto di vista.

“NON MI SONO DIMESSO”

Non mi sono dimesso da assessore perché è giusto che siano il Presidente e il partito a decidere il da farsi e a decidere i tempi perché non è mia intenzione mettere in difficoltà e aspetto che mi si dica che decisioni sono state prese

LA DELUSIONE

“Quando mi sono state cambiate le deleghe (dallo sviluppo economico iniziale alla casa e housing sociale dopo il rimpasto di Giunta con l’entrata di Letizia Moratti) non ho detto BA e mi sono messo al lavoro. Ecco in questo Forza Italia mi sta in parte deludendo perché sono un imprenditore non prestato alla politica come dice qualcuno ma che ha la passione per la politica, dunque concreto e che è entrato in Forza Italia perchè lo ritengo un partito di Governo e non partito di opposizione e in questo caso mi sembra che siamo diventati tali.

UNA DOMANDA ALLA LEGA

“Una domanda agli amici leghisti: hanno sopportato per più di un anno il Governo Conte 1 che qualche problemino dal punto di vista economico e sociale agli italiani l’aveva provocato penso che avrebbero potuto sopportare ancora 5 mesi il Governo Draghi

IL FUTURO

d. Mariastella Gelmini ha risposto a Calenda: io ci sono. Quel fronte (Azione ndr) come lo valuta?

“un Governo che possa interpretare veramente i bisogni del Paese e dunque, anteponga quello che legittimamente è il sale della politica, quello di essere competitivi e di pensare che il tuo partito debba guidare il paese e che quindi debba crescere nei consensi, secondo me in questo momento questa cultura va un po’ abbandonata e va abbracciata di più una cultura tedesca che fa, per interesse generale, dei sacrifici personali per… Dunque, come lo valuto? Se ci sarà un programma, un progetto sui contenuti sicuramente con attenzione. In questo momento, secondo me, più che un partito di tipo leaderisco serve un contenitore di idee, una carta dei valori, un progetto con dei chiari punti su dove si vuol portare il Paese non nel 2023, 2024, 2025 ma nel 2040 nel 2050. E dunque anche i leader se si mettono insieme per cartello elettorale non è un progetto che mi interessa se si mettono insieme sui punti e anche i leaders fanno un passo indietro sul loro personalismo e decidono di aprire ad una forza che a me piace chiamare centrista per un progetto innovativo guarderò con interesse perchè sono un appassionato alla politica”

L’INTERVISTA INTEGRALE NEL VIDEO