No al corteo, solo presidio statico in un luogo lontano dal centro cittadino.
Il Questore di Brescia, Paolo Sartori, ha negato l’autorizzazione al corteo “Remigrazione” organizzato per il 13 dicembre a Brescia da Brescia Ai Bresciani e dal Comitato che si propone di raccogliere le firme per “remigrare tutti gli immigrati” in Italia e non solo.

“SCELTA DEL TUTTO INACCETTABILE”

“È una scelta priva di logica e del tutto inaccettabile”. Hanno commentato gli organizzatori ieri in una nota .
“Le prescrizioni emanate dal Questore di Brescia hanno negato il corteo, consentendo unicamente un presidio statico lontano dal centro cittadino. Le motivazioni addotte – prosegue la nota del Comitato organizzatore della manifestazione – risultano infondate e contrarie ai principi costituzionali, ledono in modo evidente la libertà di espressione e mostrano la pericolosa commistione tra politica, istituzioni e centri sociali”.

Il Comitato critica anche la decisione del Questore di autorizzare il presidio delle associazioni della Rete “Io Accolgo” in Largo Formentone sempre il 13 dicembre.
“Le contro-manifestazioni richieste da gruppi antifascisti, – scrivono nella nota gli organizzatori- finalizzate a impedire lo svolgimento del nostro corteo, non avrebbero dovuto essere autorizzate; al contrario, vengono oggi strumentalmente utilizzate come pretesto per vietare una manifestazione pienamente legittima e accolta con favore da una parte significativa della cittadinanza.”

IL DURISSIMO ATTACCO

Manca esplicitamente il soggetto ma l’attacco sembrerebbe indirizzato al Questore di Brescia, Paolo Sartori. “A Brescia – scrivono gli organizzatori – sarà necessario affermare un principio fondamentale: nessuna città può essere ostaggio dei ricatti di uno stantio antifascismo, che usa metodi mafiosi.

LA “PROMESSA DI SCENDERE IN PIAZZA”

Alla luce di tutto ciò, riteniamo doveroso scendere in piazza per difendere il nostro diritto a manifestare e rivolgiamo un appello alla politica e alle istituzioni affinché non si apra un precedente pericoloso. Diventa ancor più essenziale la partecipazione non soltanto di chi condivide la nostra battaglia, ma di chiunque si consideri un uomo libero.