“Un riconoscimento che affonda le sue radici nella tradizione culinaria delle campagne e che premia il lavoro quotidiano degli agricoltori, custodi della biodiversità e dei saperi che rendono unica la nostra cucina nel mondo”.
Con queste parole Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia, commenta l’iscrizione ufficiale della cucina italiana nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Unesco.

TRADIZIONI RADICATE NELLE CAMPAGNE

Un traguardo che, secondo Coldiretti, valorizza la straordinaria ricchezza del patrimonio agroalimentare lombardo. La varietà territoriale e storica della regione si riflette infatti in una tavola che può contare su oltre 300 prodotti tutelati, frutto di tradizioni radicate nelle campagne: 34 specialità Dop e Igp, 41 vini a denominazione e 273 prodotti alimentari tradizionali.

OLTRE 1000 AGRITURISMI LOMBARDI CON “CUOCHI CONTADINI”

Una biodiversità viva, custodita negli oltre mille agriturismi lombardi che offrono ristorazione tipica e dove lavorano anche i “cuochi contadini”, figure che impastano, coltivano e raccolgono, portando in tavola l’essenza della vita rurale. “L’iscrizione Unesco – osserva Coldiretti – certifica ciò che la cucina italiana ha conquistato da tempo, un sigillo di valore che ricadrà positivamente su tutta la filiera”.

Secondo un’indagine Coldiretti/Censis, il 94% degli italiani vede nel riconoscimento un’opportunità di sviluppo economico per il Paese. E i numeri confermano la forza del settore: la cucina italiana nel mondo vale 251 miliardi di euro, con una crescita del 5% nell’ultimo anno (fonte Deloitte Foodservice Market Monitor 2025).

Un risultato, quello del riconoscimento Unesco, che parla anche di Brescia e della sua tradizione contadina, parte integrante di quel mosaico di culture e sapori che oggi il mondo celebra.