Due giorni, due diversi episodi di violenza del carcere cittadino di Canton Mombello. In entrambi i casi i protagonisti in negativo sono stati due detenuti che hanno distrutto le proprie celle (uno l’ha anche incendiata) riversando poi rabbia sugli agenti della Polizia Penitenziaria.

“Fino a che punto possiamo reggere? – è la prima domanda che si pone Antonio Fellone, segretario generale aggiunto del Sinappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria – I miei colleghi non ce la fanno veramente più, noi siamo davvero stanchi perché nel quotidiano rischiamo la nostra vita e chi deve tutelarci dov’è?”

Episodi di questo genere, da marzo a oggi, se ne sono ripetuti con una frequenza non trascurabile. Già diversi mesi fa il Sinappe aveva organizzato una manifestazione all’esterno del Nerio Fischione per chiedere più sicurezza, ma “a oggi noi non abbiamo risposte – continua Fellone – Noi a breve stiamo decidendi di tornare di nuovo in strada. Chiediamo rispetto, chiediamo di essere messi in condizione di fare il nostro lavoro come si deve, nulla di più”.

Un taser in dotazione

“È tanto tempo che noi come organizzazione chiediamo di munire la Polizia Penitenziaria di taser – rilancia Fellone – Il taser è fondamentale. Se non avessimo avuto oggi, ieri e l’altroieri il taser, tutto questo magari poteva essere risolto in maniera diversa: meno danni e più sicurezza per i nostri colleghi. Qua non stiamo chiedendo mezzi atti a offendere, noi chiediamo semplicemente mezzi atti a difenderci”.