Un caffè al banco. Niente di più normale per noi italiani, e bresciani. Ma per mesi è stata forzatamente cancellata dalle nostre abitudini quotidiane. E stamattina ritrovare la tazzina di caffè al banco ha un sapore di straordinaria felicità perchè significa che davvero stiamo tornando alla normalità.
Il caffè al banco e i ristoranti che possono aprire le loro sale interne. Il primo giugno segna una svolta nella gestione della pandemia che da mesi ci aveva privato delle nostre più “normali” abitudini.

I ristoratori possono tirare un sospiro di sollievo e finalmente rendersi più indipendenti dai capricci del meteo e soprattutto anche chi ha spazi limitati esterni o non ne ha affatto.

Ma, ovviamente, la nostra maggiore libertà è direttamente proporzionale alla ripresa economica che, proprio per la stagione estiva, interesserà il comparto della ristorazione e del turismo, due dei settori più penalizzati dalla pandemia.

All’interno delle sale dei ristoranti resta l’obbligo di accomodarsi indossando ancora la mascherina, i titolari devono garantire che tra un tavolo e l’altro sia rispettato il metro di distanza.
Nel caso di una grossa disponibilità di spazi, sarà consentito recarsi a pranzo o a cena anche senza prenotazione. Secondo le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) è sempre preferibile prediligere gli spazi esterni. Resta fondamentale il ricambio di aria nelle sale: porte, finestre e vetrate devono restare aperte per favorire, appunto, un adeguata areazione degli ambienti.

Novità anche per quanto concerne lo sport. Da oggi, infatti, si può tornare in stadi e palazzetti, dal primo luglio anche in quelli al chiuso. Resta l’obbligo di preassegnare i posti. Il numero di spettatori non può superare i mille per gli impianti all’aperto e 500 per quelli al chiuso

E allora gustiamoci un caffè al banco, una cena nel nostro ristorante preferito ma senza dimenticare i mesi appena trascorsi che ci devono avere insegnato che, oltre al vaccino, è buona cosa continuare ad indossare la mascherina e, soprattutto al chiuso, mantenere le distanze. E rientrare, per ora, a casa entro le 23.00.
Tutto sommato un compromesso sopportabile in cambio della ritrovata libertà .