“Le nostre imprese edili sono in forte difficoltà. La situazione è grave e sta pregiudicando consegne improrogabili dei lavori. Questo non è tollerabile”. L’allarme, perentorio, è stato lanciato in queste ore dal presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi in seguito alle segnalazioni giunte da numerose imprese associate costrette in corsa a chiudere cantieri a causa delle frequenti e sempre più numerose assenze.

La nuova ondata di contagi blocca le opere e le imprese edili registrano la perdita di circa il 24% della propria forza lavoro, costretta a casa per la quarantena o per un contatto stretto con persone positive. Il dato è emerso a seguito di un veloce sondaggio fatto dall’associazione di categoria ed evidenzia una mancanza estremamente impattante su un settore che in questi mesi vive un periodo di forte attività.

“Abbiamo sostenuto l’obbligo vaccinale come unica soluzione per risolvere il paradosso, ma andando avanti di questo passo si vanifica di fatto per le imprese l’intento del legislatore di promuovere la terza dose – ha concluso Deldossi – Le restrizioni non fanno che inasprire la situazione già grave, mentre occorre dare più fiducia e permettere di gestire con maggiore flessibilità il controllo dei dipendenti, garantendo la continuazione delle opere”.

L’aumento delle assenze aggrava anche il problema del caro materiali, una piaga inarrestabile che mette in difficoltà le imprese soprattutto quelle del comparto edile. I prezzi continuano a salire senza intravedere alcun intervento per la risoluzione da parte del Governo. Il problema è urgente e l’Ance chiede già da tempo una revisione prezzi strutturale sul modello di quella adottata in altri Paesi europei, un meccanismo di revisione che funzioni sia al rialzo sia al ribasso secondo l’andamento dei costi dei materiali e che impedisca il fallimento delle imprese.