Iuschra dove sei? Più di cento ore di ricerche senza esito

La speranza sta lasciando sempre più spazio all’angoscia, a quel senso di impotenza di fronte alla macchina organizzativa messa in moto dalla Protezione Civile, dai Vigili del Fuoco, Volontari e Procura di Brescia. Sei giorni di ricerche a vuoto, di percorsi scandagliati palmo a palmo nonostante le difficoltà del territorio carsico dell’altopiano di Cariadeghe. Di Iuschra, la bambina disabile affetta da autismo nessuna traccia. Più di 300 uomini hanno setacciato boschi e grotte, cento ore di ricerche per cento anfratti della terra ma della dodicenne ancora nessuna traccia. “Stiamo cercando una persona viva” continuano a ripetere i soccorritori. Una frase a lasciare aperta la porta della speranza che il dispiegamento di forse e l’energia delle ricerche possano dare presto un risultato positivo. Ma più passa il tempo più contro questa teoria scende in campo la scienza e la capacità di sopravvivenza di un essere umano. “Non abbiamo riscontrato elementi per dire che Iuschra sia deceduta -hanno fatto sapere gli uomini del soccorso presenti a Serle-. Ma allo stesso tempo non abbiamo notato nulla rispetto a tracce lasciate dalla piccola del suo passaggio in molte zone”. Ma dov’è Iuschra? Possibile che non di trovi dopo sei giorni di incessanti ricerche? Domande al momento senza una risposta ad attanagliare soccorritori e abitanti di Serle che l’altopiano di Cariadeghe lo conoscono bene. Le ricerche andranno avanti almeno fino al primo pomeriggio quando è attesa una decisione se proseguire o meno da parte del prefetto di Brescia Annunziato Vardè. La speranza è l’ultima a morire ma il trascorrere incessante del tempo senza risposte diminuisce le probabilità di successo dell’imponente macchina di ricerca.