Se nel calcio il 50% dell’occupazione massima dei posti può essere una mediazione che sembra soddisfare i club, non si può dire lo stesso per la pallavolo che non gioca negli stadi con migliaia di posti disponibili ma in palazzetti che già con l’affluenza normale non sono sufficienti per le casse delle società, bel lontane dai contratti pubblicitari milionari con gli sponsor

“La Lega Volley – si legge nel comunicato diffuso dopo la conferma delle norme per la stagione in partenza – esprime totale disaccordo e contrarietà di fronte alla prospettata riapertura degli impianti limitata al 35% della capienza. Posizione condivisa anche dall’Atlantide Pallavolo Brescia .
Sin dalle prime avvisaglie della pandemia, – sottolinea la Lega di Pallavolo – abbiamo messo al primo posto la tutela della salute. Dei nostri atleti. Del nostro staff. Del nostro pubblico, talmente ben educato e corretto da farlo sembrare un pubblico teatrale.
Oggi, con il procedere della campagna vaccinale e con l’introduzione del green pass, non si comprende perché non si possa tornare ad una partecipazione “normale”, in assoluta sicurezza, all’interno dei Palazzetti.
Se il vaccino protegge in misura inferiore al 100% si aggiunga l’obbligo di indossare la mascherina per aumentare ulteriormente la sicurezza.
Il rischio zero non esiste e non esisterà mai: il SARS COV-2 è ormai endemico”.


“È bene si sappia – continua la Lega Volley – che un taglio degli incassi (tra biglietteria ed abbonamenti) pari al 65% implica, di fatto, la fine della pallavolo a Brescia e altrove, così come l’abbiamo conosciuta.
Le ricadute, economiche e sociali, di un simile epilogo non possono sfuggire a chi ha l’onore e l’onere di governare la cosa pubblica. Atlantide non ha scopo di lucro, ci consideriamo da sempre al servizio della passione dei nostri tifosi, della gente.
Chiediamo solo ci sia consentito di tornare a farlo.
Chiediamo solo che non si perdano migliaia di posti di lavoro nello sport.
Chiediamo solo che non si depauperi l’enorme ricchezza umana e sociale dello sport di base.
Chiediamo solo che, mentre le Olimpiadi ci hanno offerto continuamente testimonianze dell’immenso valore dello sport, di tutti gli sport, si diano segnali incontrovertibili di pari dignità.”


Il calcio muove il pil, – conclude la Lega di Pallavolo – il volley e gli altri sport forse no, ma siamo certi che desertificare queste discipline sia la strada giusta per l’agognata ripartenza?
COSÌ IL VOLLEY MUORE