
Favorire percorsi di formazione e inserimento lavorativo per chi si trova in carcere. Con questo obiettivo è stato firmato a Brescia il Protocollo regionale di sperimentazione per l’inclusione socio-lavorativa delle persone detenute, promosso da Regione Lombardia insieme a Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna e Sviluppo Lavoro Italia, con il sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero della Giustizia.
Il protocollo, presentato presso l’Ufficio Territoriale Regionale, punta a garantire un coordinamento stabile tra istituzioni penitenziarie, servizi per il lavoro e formazione, oltre a potenziare gli Sportelli Lavoro negli istituti di pena come punto di accesso ai servizi per l’impiego e all’accompagnamento personalizzato.
“Questo progetto rappresenta un passo fondamentale verso una politica del lavoro realmente inclusiva, capace di offrire opportunità a chi si trova in una condizione di fragilità – ha dichiarato Simona Tironi, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro – Restituire alle persone detenute la possibilità di formarsi e lavorare significa dare loro una prospettiva di cambiamento reale e duraturo. Il lavoro non è solo un reddito: è dignità, autonomia, libertà”.
La sperimentazione partirà dal Carcere di Canton Mombello, dalla Casa di Reclusione di Verziano e dalla Casa Circondariale di Bergamo. Gli Sportelli, gestiti dai Centri per l’Impiego in collaborazione con gli operatori penitenziari, offriranno percorsi personalizzati per favorire l’accesso a formazione e lavoro.
Elemento centrale è la formazione specialistica integrata, articolata in quattro moduli: dal lavoro come strumento di reinserimento e superamento degli stereotipi, all’impiego dei detenuti e alle opportunità per le imprese, fino all’istruzione e alle transizioni occupazionali.
“Regione Lombardia – spiega Tironi – assume il ruolo di coordinamento e governance complessiva della sperimentazione, garantendo il raccordo istituzionale, il supporto tecnico-normativo e l’integrazione con le politiche regionali per il lavoro e la formazione”.
L’iniziativa, che si basa su esperienze già attive a Milano e Monza Brianza, punta anche al coinvolgimento diretto delle imprese. “Molte aziende lombarde – ha concluso l’assessore – hanno già dimostrato sensibilità verso questi temi. Con il loro contributo possiamo trasformare una sperimentazione in una buona pratica stabile, capace di restituire fiducia e valore alle persone, rafforzando insieme legalità, lavoro e coesione sociale”.