Mirko Giacomini è stato liberato, Abdeluahed Haida in manette. E’ finita così attorno alle venti di giovedì sera la vicenda che ha tenuto tutti sulle spine. Il rapimento del 45enne di Gavardo si è concluso nella maniera più impensabile possibile: con la cattura del rapitore avvenuta all’interno della palazzina dove vive la ex compagna, protagonista suo malgrado di questo giallo.

Proprio in quello stabile adiacente ad un tornante che conduce alla strada per il Santuario della Madonna della Neve in località Castello a Villanuova sul Clisi, Haida teneva in ostaggio Giacomini. A far scattare l’allarme dopo 46 ore di ricerche senza sosta da parte dei Carabinieri è stata la donna stessa la quale si è trovata nella propria abitazione faccia a faccia con Haida.

Le urla della donna hanno richiamato l’attenzione della pattuglia degli uomini dell’arma che da due giorni presidiava l’esterno dell’abitazione. Al momento dell’irruzione Haida non ha opposto resistenza. Poco dopo è comparso anche Mirko Giacomini, provato dal freddo, dalla fame e dalla stanchezza.

I due sono stati immediatamente accompagnati al comando provinciale dei Carabinieri in Piazza Tebaldo Brusato dove ad attenderli c’era il sostituto procuratore Roberta Panico. I due sono stati sentiti a lungo. Interrogatori inoltrati anche nella giornata odierna alla presenza anche di Angela, la ex di Haida ed ex collega di Giacomini.

Il movente del rapimento è stato confermato dagli inquirenti: la gelosia di Haida nei confronti di Giacomini reo d’aver dato qualche passaggio alla ex compagna a fine turno di lavoro dalla Saf di Muscoline all’abitazione della donna.

Un atteggiamento di premura a far scattare il folle piano del 37enne marocchino a tal punto da mettere in scena un doppio sequestro di persona: prima con Daniele Stucchi, l’operaio della Saf che ha condotto Haida a casa di Giacomini e poi con Mirko Giacomini fino al’epilogo positivo di giovedì sera.

(photo credit by Filippo Venezia/Fotolive)