
“Non è solo un problema di soldi, è un problema di come vengono spesi”. Emilio Del Bono, vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, va all’attacco della Giunta Fontana sull’assestamento di bilancio.
Il primo bersaglio del suo intervento è stata la cosiddetta “anomalia della crescita della cassa”: più di 10 miliardi di euro vincolati alla sanità giacciono nei conti della Regione. “Dal 2014 al 2024 – spiega – la cassa sanitaria è cresciuta in modo esponenziale. Parliamo di fondi impegnati ma non distribuiti: un terzo del bilancio regionale che non entra nell’economia reale”.
Secondo Del Bono, questa situazione ha effetti concreti e negativi: “Sono risorse che dovrebbero tradursi in ospedali, servizi, cure. Invece restano ferme. È un’anomalia che altre regioni non hanno e che persiste da anni”.
“Non è opinione mia o del Pd ma lo dice anche la Corte dei Conti, che in una nota ha rilevato problemi di trasparenza e incompletezza nei documenti contabili”.
“La Regione continua a omettere una visione chiara della gestione di quei 10 miliardi. In pratica – rincara Del Bono – non sappiamo con precisione come si siano alimentati quei fondi né come vengano utilizzati. E cosa ancora più grave, vengono impiegati temporaneamente per la spesa corrente, in attesa di essere restituiti. Un’operazione contabile che, se non controllata, rischia di creare un buco enorme”.
L’INTERVISTA A ÈLIVE
IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
La seconda questione affrontata è quella del trasporto pubblico locale, seconda voce di bilancio dopo la sanità. “Nel bilancio 2025 la Regione ha tagliato 67 milioni di euro di risorse proprie. Ha scelto di compensare quei tagli con l’aumento del fondo nazionale trasporti, ma il risultato è che i cittadini non vedranno alcun miglioramento”.
Ed è lapidario: “A settembre ci troveremo nelle stesse condizioni: bus sovraffollati, linee urbane e interurbane insufficienti, aree periferiche lasciate scoperte. È inconcepibile che una delle regioni più ricche d’Europa continui ad avere un trasporto pubblico tra i peggiori. La Regione non capisce che il TPL è una leva di competitività e di equità sociale: abbandonare i territori lontani significa indebolirli ulteriormente”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale ha ricordato come i 218 milioni storicamente stanziati dalla Regione fossero già insufficienti, alla luce dell’aumento dei costi del personale e del carburante. “Era l’occasione per potenziare i servizi, invece la Giunta ha scelto l’immobilismo. Non si può dire che ci sono ‘le stesse risorse degli anni passati’ quando i bisogni sono aumentati e i disservizi pure”.
FONDI COMUNITARI
Il terzo punto dell’intervento è dedicato ai fondi comunitari, e qui il giudizio è tranciante: “La Lombardia è una delle regioni peggiori d’Italia nella gestione dei fondi UE. Su 11 regioni più sviluppate, siamo scesi al 10º posto per capacità di impegno. Questo significa che non bandiamo, non programmiamo, non indirizziamo: lasciamo i soldi fermi”.
Del Bono ricorda che si tratta di circa 3,5 miliardi di euro (2 miliardi dal Fondo di sviluppo regionale, 1,5 dal Fondo sociale europeo): “Sono risorse fondamentali per imprese, innovazione, digitalizzazione. Ma le aziende lombarde si trovano davanti un ente inefficiente. È paradossale: Regione Lombardia chiede più autonomia, ma non sa gestire quella che ha”.
L’ACCUSA
Poi la stoccata politica: “La macchina regionale si è fermata. Non è più dinamica né capace di governare i processi di cambiamento. Il declino non è un’invenzione dell’opposizione: è scritto nei numeri. La Lombardia un tempo era un modello di efficienza, oggi non lo è più”.
Del Bono individua anche le cause: la mancanza di alternanza politica, che “ha fatto sedere la macchina”, e un progressivo impoverimento del management interno. “Molti funzionari e dirigenti di qualità se ne sono andati. Oggi la struttura è debole, lenta, burocratizzata. Il rapporto con il sistema imprenditoriale è diventato formale, senza una vera discussione di merito”.
C’è poi un’altra accusa: la Regione privilegia la distribuzione di micro-risorse ai singoli comuni a scapito di una visione strategica. “È più facile fare piccoli interventi mirati per guadagnare consenso, ma così si perde la capacità di pianificare. È il segno del declino”.
Infine, la sanità. Del Bono sottolinea la sproporzione tra ospedali e servizi territoriali: “Il 90% delle risorse va agli ospedali, solo il 10% a prevenzione, diagnosi precoce, assistenza domiciliare, RSA. Il risultato è un sistema squilibrato: il cittadino ha una buona risposta in ospedale, ma è abbandonato dopo le dimissioni. Comuni e servizi sociali sono costretti a intervenire al posto della Regione”.
E avverte: “Se non invertiamo la rotta, il declino diventerà irreversibile. Recuperare dopo sarà molto più difficile”.
Il suo appello finale è rivolto alla società lombarda: “Non basta che a lamentarsi siano i cittadini che non trovano cure o trasporti. Anche le associazioni di categoria devono alzare la voce. I fondi ci sono, ma non vengono spesi o vengono spesi male. È ora di chiedere conto alla Regione di come usa le risorse”.
E conclude con un monito: “Per troppi anni ci siamo fidati della narrazione di una Lombardia efficiente. Oggi quella fiducia non è più giustificata. Servono trasparenza, programmazione, capacità di spesa. Altrimenti la locomotiva d’Italia rischia di fermarsi per davvero”.