È una manifestante a sintetizzare in cinque parole il senso dello sciopero: “in piazza perché non c’è niente che va bene”.
Il balletto dei numeri va dai 2000 ai 4000 partecipanti ma, conteggio a parte, sono arrivati un po’ da tutta la provincia, dalla bassa, dalle Valle Camonica e da Cremona, gemellata con Brescia per questa occasione.
“È una manovra di guerra, è una manovra che pensa al riarmo, che toglie i soldi a lavoratori e pensionati che impoverisce sempre di più” – ha ribadito Francesca Re David, segretaria nazionale Fiom Cgil – .
“Le tasse in questo paese le pagano i lavoratori e pensionati per tutti – ha continuato Re David – ma non vengono reinvestite in sanità, lavoro ricerca. Vengono, o risparmiate per il prossimo anno, prima delle elezioni o spese in armi che compreremo in gran parte dagli Stati Uniti”












































