Ogni istante che trascorre sul fronte delle indagini sulla morte di Stefania Crotti si arricchisce di nuove verità e sospetti. L’ultimo in ordine di tempo è rappresentato dal fatto stesso che la donna di Gorlago in provincia di Bergamo possa essere stata bruciata quando ancora era in vita.
I colpi di martello nel garage dell’assassina non sarebbero bastati per uccidere Stefania. Una verità che potrà solo essere chiarificata dall’autopsia eseguita nella giornata di martedì sul copro della mamma della bimba di sette anni. Intanto nel carcere di Verziano Chiara Alessandri è stata sottoposta all’interrogatorio di convalida del fermo.
Per circa un’ora l’unica sospettata dell’omicidio si è trovata di fronte al gip, Tiziana Gueli, alla presenza del pm titolare delle indagini Teodoro Catananti. Chiara Alessandri non si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma ha scelto, assistita dal proprio legale, l’avvocato Gianfranco Ceci, di fornire anche al gip la propria versione dei fatti.
«Ha dato spiegazioni esaurienti – ha spiegato l’avvocato difensore-. Ha negato qualunque premeditazione e ha anche negato d’aver incendiato il cadavere».
Dai primi esiti dell’esame autoptico sembrerebbe che i colpi inferti siano stati una decina dei quali quattro alla testa. La difesa sarebbe pronta a richiedere la perizia psichiatrica per la Alessandri.