Foto Union Brescia

Brescia ritrova uno dei suoi figli più autentici. Eugenio Corini è ufficialmente il nuovo allenatore dell’Union Brescia e il suo ritorno ha il sapore delle scelte che vanno oltre il semplice aspetto tecnico. È una decisione identitaria, che parla alla città prima ancora che alla classifica. Il tecnico di Bagnolo Mella ha già diretto la prima seduta di allenamento e sabato mattina si presenterà ufficialmente alla stampa e ai tifosi: un primo passo concreto verso una nuova fase, carica di attese e responsabilità.

Il club ha voluto dare un segnale chiaro, affidando la panchina a un allenatore che Brescia la conosce, la sente e l’ha già portata in alto. Il contratto fino al 30 giugno 2028 racconta la volontà di costruire, senza soluzioni tampone, puntando su un percorso solido e riconoscibile.

La carriera

Corini non è solo un allenatore esperto, ma una figura che incarna un legame profondo con questi colori. Da calciatore ha attraversato oltre vent’anni di professionismo, superando le 600 presenze e vestendo maglie prestigiose come Juventus, Chievo e Palermo, oltre a quella del Brescia. In azzurro ha conquistato anche un Europeo Under 21, tassello importante di una carriera costruita con continuità e personalità.

In panchina, il suo nome resta indissolubilmente legato alla promozione in Serie A del Brescia nella stagione 2018/19, un’impresa che ha lasciato un segno forte nella memoria collettiva. Nel suo percorso da allenatore figurano inoltre esperienze con Frosinone, ChievoVerona, Palermo, Novara, Lecce e Cremonese: tappe diverse, ma accomunate da una chiara identità di gioco e gestione.

Le parole di Corini: identità e appartenenza

“È molto emozionante, sono felice di questa opportunità. Ho voglia di percorrere un pezzo di strada insieme con la speranza che sia il più lungo possibile e con l’obiettivo di toglierci soddisfazioni. Ringrazio il presidente Pasini e tutta la proprietà: ho visto una progettualità di un certo tipo. Se faremo le cose per bene, possiamo toglierci grandi soddisfazioni. Voglio tornare il prima possibile dove questa piazza merita di stare e poi chissà, magari sognare ancora più in grande.
Io penso che l’identità sia fondamentale: quando il pubblico si riconosce nella squadra i risultati poi arrivano di conseguenza. Attraverso l’organizzazione, la voglia e il carattere ci faremo trascinare dal pubblico. Spingiamo tutti nella stessa direzione. Penso alla mia mamma in questo momento: è la mia prima tifosa. Il mio orgoglio da figlio è far rivivere a lei le emozioni di qualche anno fa“.

Parole sentite, che restituiscono il senso di un ritorno non formale, ma profondamente umano. Corini sa bene che il compito sarà complesso, ma è proprio da qui che intende ripartire: dall’identità e dal rapporto con la gente.

Lo staff tecnico

Al fianco del nuovo allenatore, l’Union Brescia ha costruito uno staff completo e funzionale, pensato per accompagnare la squadra nel medio-lungo periodo.

  • Salvatore Lanna, Vice Allenatore
  • Stefano Olivieri, Assistente Tecnico
  • Alessandro Vitrani, Allenatore dei Portieri
  • Salvatore Sciuto, Preparatore Atletico “Performance”
  • Matteo Camoni, Match Analyst
  • Vincenzo Leonardi, Osservatore

Rimane confermato nello staff il Preparatore Atletico “Recovery” Marco Bresciani, a garanzia di continuità sul lavoro fisico e di recupero.

Pasini: “A Brescia abbiamo ritrovato l’orgoglio di ricominciare”

Il presidente Giuseppe Pasini, intervenuto a Sirmione durante il Galà dello Sport, ha spiegato il senso profondo della scelta e della sfida intrapresa:

“Fare il presidente di una società di calcio significa mettersi costantemente in gioco. Nessuno entra in campo per perdere, ma bisogna saper riconoscere anche le sconfitte. Quest’anno è arrivata un’altra sfida: dopo quanto è successo al Brescia Calcio mi sono sentito responsabile nel provare a raccogliere la grande tradizione calcistica di questa città. È una sfida enorme: vogliamo riportare Brescia in alto. Se non ci riusciremo quest’anno, ci riproveremo“.
“Ho trovato l’orgoglio dei bresciani di tornare a vivere il calcio. Non è vero che Brescia non ama il calcio: semplicemente non si riconosceva più in quel percorso. Si è riconosciuta nell’Union Brescia. Per vincere serve una squadra unita, dentro e fuori dal campo”.

L’Union Brescia riparte così, da un volto conosciuto e da un’idea chiara: ricostruire prima l’identità, poi i risultati. Con Corini in panchina, la città torna a specchiarsi nella propria squadra. E, forse, a credere di nuovo.