Due lavoratori hanno perso la vita questa mattina in Lombardia: uno a Botticino schiacciato da una lastra di marmo, e uno a Faloppio travolto da un masso. Entrambi gli incidenti sono avvenuti in cava, a distanza di pochi minuti. Un terzo grave infortunio si è verificato a Lodi, dove un geometra è stato colpito da un rimorchio. È in prognosi riservata.

“Siamo stanchi di contare i morti sul lavoro” scrivono le segreterie lombarde di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, insieme a quelle di Brescia e Como. I sindacati puntano il dito contro le condizioni in cui si lavora in cave e cantieri: “Luoghi spesso isolati, senza presidio, con formazione carente e manutenzione insufficiente. Serve più controllo, basta lavoro in solitudine. E ogni irregolarità grave va punita”.

Alla denuncia si aggiunge un appello alla Regione Lombardia: “Chiediamo un’ordinanza che permetta lo stop ai lavori oltre i 35 gradi, attivando la cassa integrazione per cause meteo”. Una richiesta già avanzata nel 2024 e mai accolta.

I numeri fanno pensare: “Nel 2024 ci sono stati 21 morti nelle costruzioni, e nel 2025 siamo già oltre 10 – ricordano le sigle sindacali – Le imprese devono capire che la sicurezza non è un costo, ma un investimento nella vita dei lavoratori”.