L’apporto dell’uomo e quello della macchina si uniscono in funzione del sociale grazie alla nuova collaborazione tra Fondazione Cariplo e Microsoft Italia. L’accordo, che consente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel terzo settore, è stato presentato oggi a Milano, alla Cariplo Factory, con l’evento “Umano + digitale: IA al servizio del non profit”. Sul palco si sono confrontati Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo e Vincenzo Esposito, Amministratore delegato di Microsoft Italia, spiegando come l’intelligenza artificiale nel terzo settore possa aiutare a trovare e ad analizzare i dati con velocità e precisione, a partecipare ai bandi con proposte mirate, a raggiungere quante più persone hanno bisogno di aiuto. Questo accordo ha alle spalle una collaborazione pluriennale che ora si concretizza in due modi. Da un lato, si incrementa l’uso dell’IA all’interno della Fondazione, che è entrata a far parte del Microsoft AI L.A.B., il programma sviluppato per promuovere le opportunità dell’Ia generativa per le organizzazioni pubbliche e private, le Pmi, i professionisti e gli studenti. Dall’altro, l’accordo serve per aiutare gli enti del terzo settore sul piano tecnologico e culturale, con strumenti e momenti di formazione dedicata in presenza e online. L’obiettivo è preparare il mondo del welfare ad affrontare le nuove sfide di un tessuto sociale in continuo mutamento.
In Italia operano 400 mila enti del terzo settore, con un milione di dipendenti e oltre quattro milioni di volontari. Per questa platea, l’intelligenza artificiale “se gestita, appresa e compresa, può essere una grande opportunità”, ha spiegato Giovanni Azzone. L’IA può migliorare “la capacità di avere dati e la velocità di interventi e informazioni” con un particolare focus su un settore di riferimento specifico. “Lavoriamo in quattro settori: ambiente, arte e cultura, welfare e servizi alla persona e ricerca scientifica. Nel welfare vedo gli interventi più immediati”, ha affermato il presidente di Fondazione Cariplo. Stanno cambiando anche i bisogni provenienti dalla società e oggi soprattutto nelle grandi città ci sono sempre più lavoratori poveri. Per Azzone “è un problema molto critico perché di fatto vuol dire persone che sono nel mondo del lavoro ma che non riescono a mantenere la propria famiglia. È vero in tutte le grandi città, perché nelle grandi città c’è una maggiore distribuzione di disuguaglianze”. Occorre individuare questi nuovi bisognosi, rispondere con misure mirate e in questo può esser utile l’IA. Un’altra sfida che deve affrontare il terzo settore è quella dell’invecchiamento, non solo delle persone che hanno bisogno di aiuto ma degli stessi lavoratori delle organizzazioni.

“Il problema – ha evidenziato il presidente di Fondazione Cariplo – è che le organizzazioni, come tutta la nostra società, invecchiano con i loro fondatori. Lo sforzo che credo dobbiamo fare tutti è agevolare il cambiamento generazionale” e lo si fa con “persone nuove che si sentano responsabilizzate, non che vengano semplicemente messe come il fiore all’occhiello. Occorre avere anche i giovani all’interno delle organizzazioni, ma che si fanno strada creando e mettendo a terra le proprie competenze”. Le nuove generazioni vanno anche preparate fin dai banchi di scuola ad un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie. Secondo Azzone, occorrerebbe partire inserendo l’uso “intelligente” degli smartphone in classe. “Vuol dire che serve avere sia situazioni in cui lo si usa, sia situazioni in cui si impara come affrontare criticamente l’uso della tecnologia. Nelle prime, il cellulare secondo me serve, nelle seconde forse è più utile l’interazione umana”. “Non si tratta – ha precisato – solo di fare un appello al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ma a tutto il sistema formativo, a chi lavora in università come me, a chi lavora nelle scuole. Quindi credo che non sia una questione che può essere affrontata da una sola persona, pur in gamba come il ministro Valditara, ma che richieda uno sforzo collettivo di Paese”. Il cellulare usato con senso critico in classe “l’avrei voluto vedere a settembre scorso, lo vorrò vedere anche nel settembre successivo”.
Nell’incontro è stato anche affrontato il tema dell’IA come potenziale sostituzione del lavoro umano. Per l’Ad di Microsoft Italia, Vincenzo Esposito, tuttavia, “è un amplificatore di quelli che sono i poteri della persona ed è una grande opportunità. Più andiamo avanti, più saprà fare delle cose per cui dovremmo essere sempre più bravi ad utilizzarla. In questa fase è fondamentale la formazione, cioè fare in modo che le persone conoscono la potenzialità degli strumenti e la utilizzino a tutti gli effetti come un copilota, non come un pilota. Il pilota resta la persona, l’intelligenza artificiale è un assistente molto potente e bisogna saperlo utilizzare”.
Microsoft, dal canto suo, sta investendo sempre di più in intelligenza artificiale, anche in Italia, dove nella zona di Milano sta creando il nuovo hub di riferimento per l’Europa meridionale. “Abbiamo annunciato un investimento circa otto mesi fa di 4,3 miliardi per la costruzione di una ‘cloud region’ proprio qui nella zona di Milano. Siamo a buonissimo punto, abbiamo già cinquemila clienti che sono attivi sulla nostra cloud region” ha spiegato Esposito, evidenziando come tra i nuovi clienti ci siano molte Pmi e clienti anche internazionali. “Una delle ragioni per cui noi abbiamo investito in maniera così importante in Italia è perché non volevamo costruire una ‘region’ solo per il business italiano ma per fare in modo che fosse un vero e proprio polo di attrazione internazionale”. In questo progetto, Milano è “già un hub soprattutto sulla parte Sud di Europa”, ha concluso l’Ad di Microsoft Italia.
