
Questa volta nessuna sorpresa, a differenza di quanto avvenuto la scorsa settimana. La mozione Ramelli è passata in consiglio provinciale con i voti della maggioranza (fatti salvi l’astenuto Damiolini e l’assente Trecani) e con un centrosinistra che ha deciso di disertare l’aula.
Il documento, presentato mercoledì 30 luglio dai consiglieri di Fratelli d’Italia Daniele Mannatrizio e Tommaso Brognoli, era stato respinto senza il numero legale con 8 voti del centrodestra. Avevano lasciato l’aula i Consiglieri di minoranza, così come il leghista Agostino Damiolini. Era assente (annunciata) anche la consigliera di Lombardia Ideale Laura Trecani.
Quindi anche in questa seduta si sono confermate le assenze (o astensioni) in seno alla maggioranza che già avevamo visto nella prima messa ai voti. A favore sono stati Paolo Fontana, Daniele Mannatrizio, Emanuele Moraschini, Tommaso Brognoli, Marco Togni, Fabio Rolfi, Cateria Lovo Gagliardi, Nini Ferrari. 8 sì, come settimana scorsa, ma con il numero legale presente.
La mozione chiedeva di intitolare un immobile di proprietà della Provincia a Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da un commando di estrema sinistra.
Come detto, questa volta non c’era la minoranza che ha motivato l’assenza dei propri consiglieri con un comunicato stampa: “È una mozione imposta, senza un reale confronto tra le forze in consiglio – scrivono – Su un tema così delicato come quello della memoria storica, ci saremmo aspettati un dibattito serio e condiviso. Invece si è scelta una forzatura dei tempi e dei toni”.
Il gruppo ha anche ricordato come la scorsa settimana l’uscita dall’aula del leghista Damiolini fosse stata una scelta politica, così come l’assenza della consigliera Trecani, già contraria a un’analoga mozione a marzo nel suo Comune. “Segnali – proseguono i Consiglieri – di una maggioranza non compatta e di rilievi che, almeno in parte, avevano trovato ascolto”.
Il punto – spiegano ancora – non è tanto il nome da ricordare, quanto il modo in cui si costruisce la memoria pubblica. “O è uno sforzo unitario, oppure diventa propaganda e divisione”. Critiche anche alle modalità di convocazione: “La nuova seduta è stata fissata senza la consueta conferenza dei capigruppo. Così si divide, non si unisce”.
Infine, un richiamo alle priorità del territorio: “Ci auguriamo che il Consiglio torni ad affrontare i temi che interessano davvero i cittadini: mobilità, trasporto locale, ambiente, edilizia scolastica e risorse per i Comuni”.