Continua a crescere il numero delle vittime per infortuni mortali sul lavoro. Un dato allarmante testimoniato, non solo dal fatto che Brescia sia ancora in zona rossa, ma anche dal caso più recente della tragica morte di Matteo Cornacchia, operaio di 46 anni ucciso da una lastra d’acciaio in un’azienda a Lograto.

Per ricordare le vittime e riflettere sulla tragedia degli infortuni lavorativi mortali domenica 28 aprile si celebra la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro e l’osservatorio Vega confrontando i dati in Italia non ha dubbi sulla situazione di emergenza e sulla strage continua.

Secondo Vega gli infortuni mortali nel 2023 sono stati infatti ancora più di mille, in particolare tra gli ultrassessantacinquenni e gli stranieri. Così gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2023 sono 155 su 799. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. Il settore costruzioni è infine quello che miete più vittime.

“Non è possibile vedere come i lavoratori siano sempre protagonisti delle stesse tragedie. – conclude Mauro Rossato, presidente Vega – gli infortuni in occasione di lavoro sono aumentati dell’1,1% rispetto al 2022. Si assiste per contro a una significativa diminuzione degli infortuni mortali in itinere rispetto al 2022 (-19,3%), probabilmente conseguenza del maggior ricorso al lavoro in smartworking avvenuto in questi anni post pandemia. Un risultato confortante, certamente, ma che non si identifica con un miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori nella nostra penisola”.