È tempo di bilanci per le Piccole e Medie Imprese di Confapi Brescia, che archivia con soddisfazione l’anno che sta per terminare, sottolineando la resistenza ai cambiamenti da parte delle imprese locali. Inoltre si segnalano le 71 nuove adesioni che fanno segnare un incremento sul 2022 del 15% e le dimissioni che, invece, si contraggono del 17%. Confermata, però, la distanza tra la ricerca da parte delle imprese associate e l’offerta di lavoro sul mercato, con una costante difficoltà nel reperire profili, in particolare di operai specializzati.

L’indagine del Centro Studi osserva però problematiche diffuse legate all’introduzione della sostenibilità nei propri processi e nelle pratiche aziendali. Tra i limiti più comunemente riscontrati le difficoltà legislative o burocratiche (57%), la bassa disponibilità di risorse economiche (49%), la mancanza di competenze tecniche (47%) o di preparazione teorica (39%).

“Dall’analisi fatta dal nostro Centro Studi si evince come la consapevolezza sui temi della sostenibilità stia diventando un patrimonio diffuso e stia permeando il sistema delle imprese – sottolinea il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua – L’impressione è però che manchi ancora la competenza necessaria e specifica per approfondire la sostenibilità in chiave ESG (ambiente, governance, responsabilità sociale) in modo complessivo. È però doveroso ricordare che questi processi di transizione sono particolarmente onerosi per le imprese e per cui è necessario immaginare anche uno stanziamento di risorse dedicate per le imprese”.

Al futuro si guarda con fiducia, e allo stesso tempo con prudenza, visto che, come fa sapere Confapi, la situazione, sia italiana che internazionale, è attualmente delicata, influenzata da una serie di fattori, tra cui l’onda lunga della crisi energetica, un’alta inflazione e rallentamenti industriali.

“Il 2024 sarà con ogni probabilità contraddistinto da un rallentamento della crescita: in Italia è stimata in discesa allo 0,7%, così come in Eurozona, le cui proiezioni scendono all’1,2%, dall’1,5% precedente – continuano dall’indagine – Nonostante le restrizioni e le incertezze, le Piccole e Medie Imprese locali hanno continuato a sostenere investimenti in ricerca e sviluppo, promuovendo l’innovazione e la competitività”.