Dal primo luglio a Brescia entrerà in vigore il nuovo regolamento sull’imposta (o tassa) di soggiorno. Il testo del 2019 andava rivisto e aggiornato dal punto di vista tecnico, ma va da sé che a prendersi la ribalta è l’aumento del balzello e le scelte politiche che vi stanno dietro.

Un aumento, anche consistente, che in realtà non ha causato l’ira degli albergatori. Anzi. Federalberghi infatti sapeva bene di questo passaggio e più volte ha avuto interlocuzione con l’assessore al Turismo Andrea Poli.

“Il confronto con l’assessore Poli si sta sviluppando sulla consapevolezza e il consolidamento di Brescia come meta di qualità – ha detto il presidente bresciano dell’associazione Alessandro Fantini – Per questo motivo vediamo positivamente l’indicazione di una rendicontazione annuale che relazioni gli indirizzi programmatici legati alla promozione, al marketing territoriale, all’analisi dei dati, allo sviluppo di un convention bureau”.

Queste promesse della Loggia sono piaciute agli imprenditori del settore che si sono visti garantire trasparenza e certezza sull’investimento degli introiti derivanti dalla tassa, ma anche per l’imposta che si fa più salata per gli affitti a breve termine.

Gli unici malumori degli albergatori risiedono nella data di entrata in vigore del nuovo regolamento e nei costi di ricossione. Nel primo caso infatti, l’auspicio era che gli aumenti scattassero dopo l’estate perché le prenotazioni per la bella stagione sono già numerose e quindi sarà necessario ritoccare le tariffe già concordate con i clienti. Nel secondo invece, viene chiesta alla loggia una mano per far fronte alle spese di raccolta di questa imposta.

“Nel regolamento leggiamo l’indicazione del sostegno delle attività ricettive – aggiunge in proposito Fantini – Questo è forse l’unico punto ancora irrisolto. Mediamente ad un albergo di medie dimensioni costa circa 5.000 euro raccogliere la tassa di soggiorno, a causa della spesa per i gestionali, per il personale che deve rendicontare la raccolta, per le commissioni sui pagamenti effettuati con le carte di credito. Questo nostro sforzo obbligatorio favorisce anche tutto il contesto esterno alle nostre strutture, per questa ragione, non è corretto che i costi della raccolta siano solo a carico degli albergatori. Attendiamo, quindi, un concreto contributo finanziario alla copertura dei costi da parte delle amministrazioni, sia del Capoluogo che di tutti i comuni della provincia”.