Nel mese di aprile al teatro di Cristo Re a Brescia si terrà una nuova rassegna teatrale dedicata ai giovani. Il Comune di Brescia e Roberta Morelli, assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità, organizzano e promuovono Teatro Giovani 2023. La programmazione si articola in monologhi e opere corali e tra le tematiche principali non vi sarà solo la violenza sulle donne, ma anche il mondo giovanile, quindi la ricerca del lavoro, la solitudine e la precarietà di quest’ultimo.

Si parlerà quindi di donne, ma la caratteristica di questa rassegna è che saranno presentate tutte tematiche giovanili da compagnie di giovani, che avranno la giusta possibilità di esprimersi e di farsi conoscere sul palcoscenico.

“È stato fatto un lavoro importante per valorizzare la figura femminile e scardinare stereotipi e pregiudizi che ancora oggi ci sono – ha detto Morelli – tutto questo contro la violenza, per dare alle donne nuove opportunità di studio e di impiego”.

Gli spettacoli nel dettaglio

Venerdì 14 Aprile ore 20.30
LE VOCI DI ANNA
Storia di Anna Poljtoskaja con Maryna Ivashchenko, regia di Valbona Xibri
“Le voci di Anna” vuole essere una performance per attrice sola, ispirata alla vita della giornalista russa assassinata il 7 Ottobre 2006 a Mosca. Il lavoro si basa su un lungo studio del personaggio, colpevole per aver cercato di dire al mondo la verità sui crimini in Cecénia, la violazione dei diritti umani in Russia, gli abusi di potere e la corruzione a tutti i livelli della società.

Lo spettacolo racconta Anna intimamente, tra fatti realmente accaduti e immaginazione. Tratta principalmente della sua interiorità e nelle brevi scene che si susseguono si ripercorrono le vicende più importanti della sua vita: l’infanzia, la passione per le poesie della Cvetaeva che legge spesso nei momenti di sconforto e addirittura sotto le bombe, il matrimonio, i figli, il lavoro, l’arresto, il teatro Dubrovka, la famiglia, Beslan, l’avvelenamento, il suo cane Van Gogh, i sentimenti, l’orto, una bambina in arrivo. Sua nipote. Che non vedrà.

Sabato 15 Aprile ore 20.30
MI SONO RITROVATO VIVO
di e con Marco Passarello
Un ragazzo come tanti, nato a Palermo in mezzo alle contraddizioni tipiche della Sicilia, dopo la laurea in chimica viene catapultato nel profondo nord, a Brescia, che lo ingloba nei suoi ritmi vorticosi e distratti. Insegnante precario con una vita sentimentale ancora più precaria, si troverà a fare i conti con le proprie scelte e con le parole che gli hanno segnato la vita. Ma nella vita dove finisce il mare e comincia il cielo? Qual è il confine? Solo rispondendo a questa domanda la vita gli aprirà nuove prospettive.

Domenica 16 Aprile ore 20.30
FRAMMENTI DI DONNE
Musiche e teatro per raccontare l’universo femminile
Ensemble DonneinCanto con Elena Ferrari e Andrea Manni, violino Daniela Fusha, pianoforte Marco Paderni, direttore Alfredo Scalari, sceneggiatura e scenografia Ensemble DonneinCanto, Elena Ferrari e Andrea Manni

Sabato 22 Aprile ore 20.30
MONTEDIDIO di Erri De Luca
Adattato, diretto ed interpretato da Mario Mirelli
In un quartiere di Napoli, agli inizi degli anni sessanta, un ragazzo racconta la breve stagione che lo porta all’età adulta. Tutt’intorno, il brulichio delle strade di Napoli, con le sue mille povertà, con i suoi odori, i suoi sotterfugi, la città dove “la morte non si vergogna di niente”.

Sabato 29 Aprile ore 20.30
L’UOMO SEME
Dramma liberamente tratto da “L’Uomo Seme”di Violette Ailhau
con Annabruna Gigliotti, Fabiana Biemmi, Mara Capuzzi, Sofia Beretta, regia di Milena Bosetti
Lo spettacolo, viaggiando dal passato al presente, parla della capacità delle donne di adattarsi vivere e crescere anche in situazioni estreme quali la guerra nella propria terra.

Si è scelto di lavorare su “l’Umo Seme” di Violette Ailhaud non casualmente. Nel testo si racconta una storia avvenuta nel 1852, anche allora imperversava la guerra e allora, come oggi, il ruolo delle donne in assenza di uomini si rese indispensabile per mantenere attivi il funzionamento della vita sociale e il sostentamento. La storia permette di evidenziare la capacità delle donne di essere solidali e di anteporre al bene personale il bene comune, anche in situazioni estreme come la guerra.