I disturbi del comportamento alimentare colpiscono già a partire dai 7 anni d’età. Un dato riportato dal Ministero della Salute, che segnala come nei centri di cura ci siano sempre più casi d’esordio di bulimia o anoressia fin da una tenera età. Oggi, 15 marzo, è la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione di questi disturbi che in Italia colpiscono 3 milioni di persone.

Questi disturbi, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “binge eating”, sono un problema di sanità pubblica. Un disagio profondo e complesso quello che porta ai Dca, le cui cause sono sia sociali sia legate al vissuto personale. E se con la pandemia si è assistito ad una esplosione di queste patologie, il numero dei casi resta tuttora alto e si è ancora lontani dai livelli pre-Covid.

Chi colpisce e perché

Ad esserne colpita per la maggiore sono le donne, con un rapporto tra femmine e maschi di circa 9 a 1. Emergenza opposta all’obesità, che secondo i dati, invece, colpisce di più gli uomini.

Nei più piccoli si osserva un particolare disturbo, definito Arfid: i bambini non mangiano, ma non hanno l’angoscia di ingrassare tipica dell’anoressia. Tra le cause dei Dca tra bambini e ragazzi situazioni di ansia, stress, pressioni sociali e modelli sbagliati che arrivano dai social. 

“Questi disturbi, se non diagnosticati e trattati precocemente, aumentano il rischio di complicanze organiche rilevanti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo – continua il Ministero – con rischio di cronicizzazione e anche, nei casi più severi, di mortalità, in particolare per quanto riguarda l’anoressia”.

I problemi dei centri di cura

Nonostante vi sia un aumento a livello nazionale della patologia di circa il 40%, l’ingresso nei centri di cura resta ancora un problema in molte Regioni del sud e del centro Italia a causa della carenza delle strutture e dei lunghi tempi di attesa che variano dai 3 ai 6 mesi.