Il 5 dicembre è la Giornata mondiale del suolo indetta dalle Nazioni Unite, ma come spesso capita in occasione di queste ricorrenze non c’è molto da festeggiare. Soprattutto a Brescia.

Secondo Coldiretti infatti, in Lombardia la nostra provincia è seconda solo a Milano per consumo di suolo. Basti pensare che in un solo anno (fra il 2021 e il 2022) sono stati ben 130 gli ettari di suolo consumati nel Bresciano, per un totale di oltre 50mila ettari di territorio coperti artificialmente rilevati nel 2022.

Si tratta di un processo che prosegue da decenni con effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e con il risultato che a causa della cementificazione e dell’abbandono, secondo l’analisi di Coldiretti, la superficie agricola utilizzabile (SAU) in provincia di Brescia si attesta intorno 171mila ettari.

Per effetto delle coperture artificiali – spiega Coldiretti – il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la fragilità del territorio. L’effetto è che in provincia di Brescia le aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono pari a 396,1 km quadrati (l’8,3% della superficie totale) mentre sono 375,9 i km quadrati in area a pericolosità elevata per quanto riguarda le alluvioni pari al 7,9% della superficie totale (dati Ispra).

“È necessario difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne – il commento della presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra sta provocando difficoltà negli scambi commerciali favorendo le speculazioni”.